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da nicodvb » 29 ott 2009, 10:16
da Luciana_D » 29 ott 2009, 10:46
E un'autolisi liquida, come un poolish?
da nicodvb » 29 ott 2009, 10:51
da Luciana_D » 29 ott 2009, 11:05
nicodvb ha scritto:eppure... guarda che ho appena trovato:
http://profumodilievito.blogspot.com/20 ... lunga.html
Farla come poolish non potrebbe servire ad accelerarla? In forma liquida tutto procede più velocemente, mi chiedevo se anche l'autolisi potesse procedere più spedita in questo modo, magari più intensamente a parità di tempo.
da nicodvb » 29 ott 2009, 11:14
da giornalista.cuoco » 29 ott 2009, 14:05
da nicodvb » 29 ott 2009, 18:16
da giornalista.cuoco » 29 ott 2009, 19:31
nicodvb ha scritto:Ora che me lo rammenti ricordo che anche nella ricetta di Tatino è prevista un'autolisi prolungata.
nicodvb ha scritto:Concordo con te sull'impossibilità di avere l'autolisi con il lievito, almeno con lieviti veloci (magari, invece, funziona con quantità piccole di lieviti naturali, data la loro lentezza).
nicodvb ha scritto:Il grosso dubbio che ho sull'autolisi estesa riguarda il potenziale indebolimento delle farine: come sappiamo il grosso ostacolo alle lievitazioni lunghe è dato dall'attività della (o delle?) proteasi, che a rigor di logica agirà tanto più incisivamente quanto più tempo avrà a disposizione.
nicodvb ha scritto:Poi magari si può fare un po' meno idratata di un poolish in modo da coinvolgere quasi tutta la farina, come fa Paoletta.
da nicodvb » 30 ott 2009, 12:38
giornalista.cuoco ha scritto:L'attività della proteasi è essenziale perché se le proteine non venissero scisse avremmo un prodotto indigeribile. Ecco perché le lunghe lievitazioni sono preferibili a quelle brevi: oltre alla lievitazione avviene la maturazione, durante la quale grazie all'attività amilasica e proteasica l'impasto viene parzialmente predigerito e migliora nelle caratteristiche tecnologiche e organolettiche. D'altro canto, la rilavorazione di un impasto 'crollato' favorisce la ricostruzione della maglia glutinica, cioè vanifica, almeno in parte, il lavoro della proteasi. Siccome generalmente la massa che ha subìto l'autolisi viene almeno leggermente rimpastata, a causa dell'aggiunta del lievito e degli ingredienti terzi rispetto all'acqua e alla farina (ad esempio con il babà e il savarin è questa la fase in cui si aggiungono burro e zucchero), questo problema dovrebbe essere compensato dal fatto che rimpastando si sviluppa di nuovo il glutine, ridonando all'impasto l'eventuale elasticità che ha perso (forse è proprio per questo che assorbe di più?).
giornalista.cuoco ha scritto:A proposito di processi enzimatici, caro Nico, come ti dissi tempo fa avevo notato che gli impasti realizzati con la pasta madre (nel caso di specie in coltura liquida) resistevano più a lungo di quelli fatti con lievito di birra, anche in quantità tali da determinare una fermentazione lentissima. In effetti questo spiegherebbe anche come è possibile che il pane toscano tradizionale sia fatto con farine relativamente deboli. Si è parlato del fatto che la pasta madre rallenta l'attività amilasica. A pensarci bene questa cosa non c'entra niente, poiché l'amilasi scompone gli amidi, che sono glucidi, non le proteine. Hai approfondito la questione?
da giornalista.cuoco » 30 ott 2009, 13:02
nicodvb ha scritto:per la verità io finora ho osservato un comportamento diverso: è vero che dopo un po' di tempo l'impasto rilavorato riprende corda perché il glutine si riforma, ma se sono passate delle ore la coesione della massa è molto più debole, al punto che l'impasto perde consistenza, diventa molto più umido di prima e lo vedi sbrindellarsi sotto le tue mani (la superficie si lacera già dopo pochi minuti dalla fine dell'impasto). Insomma, il glutine perde resistenza.
giornalista.cuoco ha scritto:non ho approfondito la questione, ma la penso un po' diversamente: l'amilasi ha un effetto liquefacente perché trasforma parte degli amidi in zuccheri, quindi danneggia la struttura dell'impasto in modo diverso -ma comunque rilevante- rispetto alla proteasi, solo che l'attività dell'amilasi evidentemente è molto meno intensa nei grani di uso comune rispetto a quanto lo è nella segale, dove già dopo mezz'ora senti che l'impasto si scioglie.
da nicodvb » 3 nov 2009, 12:55
da Luciana_D » 3 nov 2009, 17:37
nicodvb ha scritto:Ed ecco qui il risultato di un'autolisi lunga e di un impasto per pane fatto con biga di 12 ore:
http://www.cookaround.com/yabbse1/showp ... count=9204
L'impasto è molto simile a quello delle baguette.
Sarà bello, ma non sa assolutamente di niente. Me ne torno ai miei fermaporte di segale, saranno compatti ma sono incomparabilmente deliziosi.
PS
Per quanto riguarda l'estrazione dell'amilasi credo che la si faccia dall'orzo, di gran lunga più coltivato della segale.
da nicodvb » 3 nov 2009, 17:40
Luciana_D ha scritto:nicodvb ha scritto:Ed ecco qui il risultato di un'autolisi lunga e di un impasto per pane fatto con biga di 12 ore:
http://www.cookaround.com/yabbse1/showp ... count=9204
L'impasto è molto simile a quello delle baguette.
Sarà bello, ma non sa assolutamente di niente. Me ne torno ai miei fermaporte di segale, saranno compatti ma sono incomparabilmente deliziosi.
PS
Per quanto riguarda l'estrazione dell'amilasi credo che la si faccia dall'orzo, di gran lunga più coltivato della segale.
Non ho capito una cosa: hai fatto una biga da 12 ore,poi hai impastato e lasciato in autolisi un tot tempo?
da Luciana_D » 3 nov 2009, 17:44
nicodvb ha scritto:Luciana_D ha scritto:nicodvb ha scritto:Ed ecco qui il risultato di un'autolisi lunga e di un impasto per pane fatto con biga di 12 ore:
http://www.cookaround.com/yabbse1/showp ... count=9204
L'impasto è molto simile a quello delle baguette.
Sarà bello, ma non sa assolutamente di niente. Me ne torno ai miei fermaporte di segale, saranno compatti ma sono incomparabilmente deliziosi.
PS
Per quanto riguarda l'estrazione dell'amilasi credo che la si faccia dall'orzo, di gran lunga più coltivato della segale.
Non ho capito una cosa: hai fatto una biga da 12 ore,poi hai impastato e lasciato in autolisi un tot tempo?
no, ho fatto l'autolisi di 12 ore: l'ho preparata allo stesso tempo della biga in un altro contenitore.
Non so se ho la bocca "lessata" dal pane di segale, ma "non sento niente"
da nicodvb » 3 nov 2009, 17:55
Luciana_D ha scritto:nicodvb ha scritto:Luciana_D ha scritto:nicodvb ha scritto:Ed ecco qui il risultato di un'autolisi lunga e di un impasto per pane fatto con biga di 12 ore:
http://www.cookaround.com/yabbse1/showp ... count=9204
L'impasto è molto simile a quello delle baguette.
Sarà bello, ma non sa assolutamente di niente. Me ne torno ai miei fermaporte di segale, saranno compatti ma sono incomparabilmente deliziosi.
PS
Per quanto riguarda l'estrazione dell'amilasi credo che la si faccia dall'orzo, di gran lunga più coltivato della segale.
Non ho capito una cosa: hai fatto una biga da 12 ore,poi hai impastato e lasciato in autolisi un tot tempo?
no, ho fatto l'autolisi di 12 ore: l'ho preparata allo stesso tempo della biga in un altro contenitore.
Non so se ho la bocca "lessata" dal pane di segale, ma "non sento niente"
Lo credo anche io che ormai a te il pane bianco non piace![]()
Il pane e' bello ...... ma non si riesce ad ottenerlo lo stesso senza questa procedura frazionata e lunga ?
da giornalista.cuoco » 3 nov 2009, 22:57
nicodvb ha scritto:L'impasto è molto simile a quello delle baguette.
nicodvb ha scritto:Per quanto riguarda l'estrazione dell'amilasi credo che la si faccia dall'orzo, di gran lunga più coltivato della segale.
nicodvb ha scritto:(pensavo che il grano fosse una pianta della famiglia delle graminacee o segale)
nicodvb ha scritto: quindi avevo smesso completamente di mangiarlo. In Abruzzo era "solo" pessimo, a Bologna è semplicemente osceno.
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