da giornalista.cuoco » 27 set 2009, 14:59
Cinzia, io non sono cresciuto a semola di grano duro perché qui in Campania, a parte che in Irpinia (regione prossima al tavoliere delle Puglie) e, da quanto ho scoperto recentemente, nel Sannio beneventano, si panifica col grano tenero.
Il tipico pane di Afragola, come in generale tutti i «pani cafoni», è molto saporito, ma credo che questo dipenda dalla cottura a legna e dalle specificità dei singoli crìsciti (ce ne sono alcuni che hanno un retrogusto decisamente acido, che si accentua con l'invecchiamento del pane, e altri no), perché il cereale di cui è fatto è il grano tenero e di questo sono assolutamente certo. La semola al massimo si usa per lo spolvero; mi è capitato di trovarcene attaccata a del pane che aveva la mollica non dorata ma bianca, e un tipo di alveolatura tipico del grano tenero.
Per quanto riguarda l'abburattamento, sempre dal colore delle molliche deduco che la maggior parte dei panettieri usi farine non raffinatissime (la mollica spesso non è bianca ma grigio cenere), ma tra i rifiuti mi è capitato di vedere sacchi di farine per pane di tipo 00, dunque qualcuno userà anche quelle. I pani neri invece variano molto; l'altro ieri ad esempio mia madre ne ha comprato uno, tondo (cosa di per sé anomala perché ad Afragola, a differenza che in altri centri della zona, tradizionalmente il pane si fa di forma allungata, a meno che non si tratti del cosiddetto pane antoniano), che era quasi nero e piuttosto basso, che secondo me conteneva anche segale, perché le farine integrali di grano tenero non sono così scure. Era molto saporito, tant'è che anche se era fatto con pochissimo sale (ultimamente ad Afragola si sta diffondendo la mania di fare i panificati integrali senza sale, forse perché i gusti del consumatore contemporaneo sono più raffinati e dunque si ritiene che questi prodotti siano destinati a salutisti o persone sottoposte a regimi dietetici particolari) non ci è dispiaciuto. Può essere pure che non ci fosse segale ma semplicemente crusca aggiunta (che ad Afragola chiamano «'o ggrano», e a quanto pare non solo ad Afragola visto che nel ricettario della mia macchina del pane, che è una Severin, la locuzione «pane di grano» viene utilizzata per designare alcuni pani scuri), in un quantitativo talmente elevato da rendere il pane più scuro che se fosse stato fatto con farina di grano tenero integrale. Era basso ma ben lievitato (alveolatura perfetta), con crosta bella croccantina ma non spessissima e mollica morbida e fragrante. Alla sera aveva mantenuto le proprie caratteristiche praticamente intatte, nonostante faccia ancora caldo e dunque il pane si secchi rapidamente.
Fatta tutta questa premessa, io trovo che il sapore acido e quello amaro siano totalmente differenti e inconfondibili. Il lievito di birra è amaro (pensa al sapore della birra), i fermenti lattici e il limone sono acidi. Il grano tenero integrale è molto più profumato e saporito ma è anche più dolce di quello bianco; io trovo che richieda più sale. La segale, poi, non ne parliamo proprio. Dunque non riesco a capire cos'è questo amaro che nota la tua amica.
Francesco