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MessaggioInviato: 25 set 2007, 6:50
da panini e focacce
Mar Set 25, 2007
...la Montanara...

La luna era testimone silenziosa delle loro fatiche per ricostruire la piccola casetta di famiglia.
Primi anni ’60: voglia di fare, di sognare.
Un pomeriggio di pioggia di una domenica ormai lontana: questa pensione era già da tempo il loro nido e un sicuro rifugio per i clienti che poi diventavano anche amici.
Lui era la sintesi del vero montanaro: amava la famiglia, il lavoro. E i fiori.
E lei unisce la dolcezza femminile alla praticità della gente di questi luoghi.
Faccio una vera fatica e provo sincero dolore nel dover separare i tempi di questi verbi.
Per una coppia che era stata sempre così unita in ogni momento della giornata: e così a lungo.
Ma il calore della famiglia mitiga la sua malinconia; mentre la vita laboriosa le porta serenità.
Le sue nipotine nello sguardo hanno i riflessi magici dei cristalli di roccia e con la loro vicinanza le donano gioia e felicità.
Per me questo nome significa un ricordo dolce e struggente; a volte anche acuto e doloroso.
La giovinezza perduta, smarrita fra le nevi di questa grande montagna, in questo piccolo e gentile villaggio.
I bagliori del sole sul ghiaccio: il verde intenso dei prati sul vicino passo.
Il chiarore delle stelle nel cielo, l’oscurità della grande gola, il dolce mormorio del torrente.
Il rosso vivido dei gerani sullo sfondo scuro del legno.
Quel nome che ricorda una canzone: così bella e ispirata.
Una sensazione:, un’emozione.
Un incantesimo…

( Sottoguda, 25 settembre 2007: 32 anni dopo. Per la Signora Adelina da Bruno: e in ricordo di Nino)

Blu52

MessaggioInviato: 27 set 2007, 8:59
da panini e focacce
Gio Set 27, 2007
...trova il tempo...

v Trova il tempo di riflettere, è la fonte della forza.

v Trova il tempo di giocare, è il segreto della giovinezza.

v Trova il tempo di leggere, è la base del sapere.

v Trova il tempo di essere gentile, è la strada della felicità.

v Trova il tempo di sognare, è il sentiero che porta alle stelle.

v Trova il tempo di amare, è la vera gioia di vivere.

v Trova il tempo d’esser contento, è la musica dell’anima.

(Per Silene che nel suo piccolo “antro” colorato in quel di Asolo confeziona belle camicie di ogni foggia, tessuto e dimensione. E che nel tempo libero danza “irish”)

Blu52.

MessaggioInviato: 2 ott 2007, 17:33
da panini e focacce
Mar Ott 02, 2007
...l'estate indiana...

Arrivato da una settimana Jarek (Wojtek per i familiari) non riusciva a capacitarsi.
Corvi gracchianti sotto le rocce, nebbie che rasentano la terra e lambiscono le rocce: freddo e umidità.
E oggi: i nostri ambienti prendono respiro, colori, profumi.
Il rosso delle bacche, il verde delle foglie, il colore dei fiori: e tutto il resto.
L'"estate indiana" sarà forse un'illusione; ma ti invade, ti pervade.
E alla fine ti conquista.
La natura non vuole inutili forum: solo persone appassionate e sensibili...

Blu52.

MessaggioInviato: 4 ott 2007, 17:41
da panini e focacce
Gio Ott 04, 2007
La leggenda dell'Akhal...

Non poteva essere: ma, pur attutito dagli aghi di pino, questo sembrava il rumore di un cavallo al galoppo. Ma in montagna, in salita? Poi apparve sul limitare della radura: gli occhi che avevano visto il mondo un milione di anni fa mi fissarono. Risuonò un fischio: si girò e scomparve.
Tanti anni fa, mi trovavo nei pressi del Civetta: osservavo il bosco che sarebbe stato smembrato per far posto alla seggiovia di Alleghe: l’eterna lotta fra gli impiantisti e gli ecologisti. Non lo sapevo ancora, ma quello che avevo visto era un cavallo selvatico asiatico: adesso sopravvive solo in alcuni zoo.
Questo cavallo, assieme ad altri, era stato affidato da un ricco russo in esilio ad un turcomanno: la piccola mandria in estate vagava nella zona dell’Alto Cadore. Il russo era un discendente dei cosacchi del Kuban, zona del Mar Nero.
Gli altri cavalli erano gli Akhal-Teke’: uno dei cavalli più particolari e singolari del mondo. Un cosacco, un turcomanno: fin dall’antichità sono stati legati a questo cavallo e adesso la vita li aveva ancora riuniti.
L’Akhal: senza di lui, Gengis Khan sarebbe rimasto un oscuro capo di un clan di nomadi della steppa asiatica e non avrebbe mai creato il più grande impero della storia.
Non si sa da dove incominciare parlando di questo animale. Dalla sua straordinaria resistenza al caldo ed alla fatica: dal suo eroismo, quando ha donato, in varie occasioni, letteralmente il sangue affinché il suo compagno di sella fosse in grado di sopravvivere nel deserto.
In una esposizione sarebbe scartato subito, tanti e tali sono le sue malformazioni. Fianchi stretti e poco sviluppati, zampe posteriori difettose, zampe anteriori troppo vicine: insomma presenta tutti i difetti di conformazione più diffusi.
Ma, come Maradona una volta sui campi di calcio, in azione si trasforma e sembra compia un piccolo miracolo. Lui non galoppa: “plana” sul terreno con un movimento fluttuante, senza ondeggiare il corpo.
Ci sarebbero tante cose da dire ancora: ricordo quelle due giumente dal mantello particolare: lo spettacolare “isabella” dai riflessi dorati e quella grigio argento. La prima, illuminata dal sole del mattino, sembrava una statua d’oro: ti toglieva il fiato!
Il carattere di questo cavallo non è facile, occorrono redini ferme e forza nelle ginocchia: ma la sua compagnia ti ripaga di ogni cosa. Quell’anno ho abbandonato tre giorni lo sci estivo per stare con questa piccola mandria: viaggiavo, mangiavo e dormivo con loro.
Non riuscivo a staccarmi: con questi cavalli ho scoperto posti inediti nelle montagne, sconosciuti anche a tanti montanari della zona. Mi hanno donato emozioni particolari, attimi di pura felicità.
Ogni tanto leggo qualche articolo su di loro: ora sono cambiati un po’ gli usi e le abitudini:. Nella razza è stato apportato sangue di purosangue inglese, per mitigare il loro carattere primitivo.
Leggo, mi appassiono, ricordo: e mi sembra ancora di sentir risuonare quel lontano galoppo di quella bella mattina d’autunno.
Quando l’Akhal mi venne incontro…

Blu52.

MessaggioInviato: 6 ott 2007, 7:08
da panini e focacce
Sab Ott 06, 2007
...l'Ambasciatore...

Se intendete visitare il Turkmenistan, è facile che il funzionario del consolato che vi rilascerà il visto non sia propriamente turkmeno, ma appartenente ad una delle altre 69 etnie che popolano il Paese.
Non è facile avere notizie di questo Stato (l’Asia Centrale non è la Romagna e l’APT non distribuisce volantini); quindi sarà solo in maniera del tutto casuale che scoprirete come il territorio del Turkmenistan si divida in cinque regioni e che una di queste regioni (quella centrale, subito sotto le montagne dell’Iran) viene chiamata Akhal . In più, nella regione dell’Akhal vivono genti che fanno parte della tribù Teke’.
Poi, se anche non doveste notarlo, impresso sul timbro del vostro passaporto, non potrete evitare che l’effige del cavallo vi accompagni durante tutta la vostra permanenza in questo Stato, facendo capolino da ogni banconota, ogni bandiera, ogni foglio di qualsiasi carta ufficiale con cui abbiate a che fare. Anche nello stemma ufficiale della Repubblica è al centro, circondato da quelli delle cinque tribù native del territorio. Lo stemma è completato da spighe di grano e fiocchi di cotone; queste due ultime rappresentano le uniche colture in un territorio di cui solo il 2% è irrigato e coltivato, mentre il restante 98% è completamente deserto. Questo animale racconta una lunga storia di nomadismo e conquiste militari.
La razza. Questa razza di cavalli, la Akhal Teke’, è il ramo più notevole della antichissima razza Turcomanna e il suo allevamento in selezione risale al 500 a.C.; dunque molto prima di quello Arabo (che invece si fa incominciare con Maometto - 570-632 d.C.), la cui razza è ritenuta la progenitrice di tutti i cavalli esistenti.
Il nomadismo. La maggior parte delle popolazioni che hanno abitato la regione compresa fra la Persia e le steppe kazake, tra il Caspio e la Cina sono sempre state popolazioni nomade con un rapporto piuttosto labile con il territorio, in cui spesso convivevano etnie diverse, ed un concetto quindi ancor più indistinto dei confini territoriali. Così il Turkmenistan (letteralmente “il posto dei Turkmeni”) identificava più o meno la regione ai piedi del Kopet Dag da dove provenivano la maggior parte delle etnie turkmene, senza però che questo impedisse che ci vivessero altre popolazioni.
Le conquiste militari. Questa area è stata l’estremità prima dell’Impero di Alessandro Magno, poi di quello Persiano, di Gengiz Khan, di Tamerlano e di tutta una lunghissima serie di conquistatori , la maggior parte dei quali poco conosciuti dall’uomo occidentale.
Direte: sono note molto interessanti ma cosa c’entra col titolo? Avete ragione: rimedierò fra poco.
Allora mi scuso e Vi presento subito l’Ambasciatore. Nel 1991 , al momento dell’indipendenza, è stato scelto per rappresentare lo Stato dall’allevamento di quello che al momento era “ministro per i cavalli”. Quindi rappresenta il Turkmenistan fin dal dall’omai lontano 1991, è ancora vivo e vegeto: si chiama Yanardag. E’ nato nella regione dell’Akhal, appartiene alla tribù Teke: è un bellissimo destriero!
Buona Galoppata, Vostra Eccellenza!

(…dalla vecchia cornucopia : per Licia…)

Blu52.

MessaggioInviato: 11 ott 2007, 18:35
da panini e focacce
Gio Ott 11, 2007
...il mondo di Nerino...

In principio era un pò angusto: una piccola gabbietta di plastica.
Mezzogiorno di qualche sabato fa: mia sorella Anna (come al solito) arriva a 100 all'ora, mi saluta e annuncia che ha un regalo (un nuovo amo per nostro padre? una maglia per la mamma?).
Tutti si assiepano pieni di speranza attorno al suo baraccone asiatico: due occhi di bragia, un battuffolo nero.
La reicarnazione dello "Chat Noir".
Genitore perplesso, moglie indifferente, io scettico: ma come si può contraddire una persona con due laureee che nomina la "pet therapie"?
Nessuno: ma Nerino affascina, durante la notte dorme in cantina fra due enormi padelle (masanete&baccalà alla vicentina).
Qualche giorno dopo lo scovo: la loro forza mentale è inversamente proporzionale alla stazza fisica.
I giovani salgono sempre: il difficile è scendere.
Così devo fare il pompiere: la terza volta un sacco di legante difettoso mi fa la doccia e lui diventa un Bianchetto (come quei pesciolini in Liguria di cui è vietata la pesca ma che tutti mangiano).
E poi: prova i tasti dei pc, del vecchio sistema di Big Blue; fa le fusa, i mordicchiamenti, lo struscio.
Tutto l'armamentario classico di queste piccole canaglie.
Il suo mondo si estende: gli ultimi fiori, non scappa più sentendo passare i Tir.
Un mondo colorato, profumato, pieno di sorprese: bello e sempre nuovo.
Come vorrei fossero sempre i vostri giorni...

P.s. (adesso dorme: lui sulla poltrocina della piccola tolda di comando mentre io ho rimediato un piccolo sgabellino di legno)

(...cottura espressa: per tutto il Forum. E per provare a scacciare i nuvoloni neri di Ty...)

Blu52.

MessaggioInviato: 21 ott 2007, 8:14
da panini e focacce
Dom Ott 21, 2007
...gli ambasciatori del freddo...

Sono ricomparsi in forze venerdì: con il loro saltellare frenetico e la macchia scarlatta di colore sul petto hanno animato il giardino.
Rissosi e litigiosi come Braccio di Ferro.
E non ci amano, anzi non sopportano proprio la nostra vicinanza: e magari hanno pure qualche buon motivo.
Ma sono suggestivi e belli lo stesso: con quegli occhioni e il canto che ispirò Chopin.
E' stato 24 ore prima che arrivasse lui: il pettirosso è infallibile nel segnalare il primo freddo.
Hanno avuto ragione anche stavolta: la brina è tornata sui prati.
L'aria è fredda, le temperature in caduta libera.
La domenica sembra ibernata.
Il messaggio è stato recapitato...


(Per Lisa e tutti i suoi collaboratori, per il loro sforzo quotidiano: e la pazienza che devono sfoggiare, sempre messa a dura prova. Buona domenica!)

Blu52

MessaggioInviato: 28 ott 2007, 9:06
da panini e focacce
Sab Ott 27, 2007
...montagna dimenticata...

C'è quella colorata, allegra e chiassosa dell'estate: feste alle malghe, gite ai rifugi.
Quella che incomincerà fra poco con l'assalto alle piste da sci.
E, ai margini della festa, c'è pure la montagna dei villaggi-fantasma, abitati da pochi anziani irriducibili.
Quella delle fatiche quotidiane per ogni cosa: tornare a valle, andare a scuola.
Qualche giorno fa era andato un gruppo di persone, assieme all'uomo di Erto, per parlare di queste cose.
Ma dalla Capitale arriva solo l'eco delle umilianti risse politiche quotidiane: del nauseante "gossip" della fauna dello spettacolo.
Le case di pietra sono accerchiate dalle erbacce: prati rimasti sfalciati, malghe d'alta quota abbandonate.
Le bianche orbite lasciate libere dalle finestre osservano mute le pendici scarnificate dalle ruspe per meri fini economici.
La nebbia, le albe livide: il vento che fischia in mezzo ai locali vuoti, contro le porte delle locande chiuse da anni.
Si abbandona con dolore: per amore delle nuove generazioni che verranno, per evitare a loro sacrifici sproporzionati e sconosciuti ai più.
E, mentre scende la sera, rimane l'unica, eterna colonna sonora della montagna.
Il silenzio...

Blu52.

MessaggioInviato: 30 ott 2007, 0:00
da panini e focacce
Lun Ott 29, 2007
...le due brezze...

Incomincia al confine di quel piccolo, suggestivo Stato: con il sorriso dei doganieri.
Poi si apre la prima porta verso l’Oriente: verso l’Aurora.
Parte dalla bella piccola costa, attraversa il verde delle foreste, il blu dei laghi e fiumi e alla fine raggiunge i monti.
Ci accarezza dappertutto: quando le automobili si fermano alle strisce pedonali, quando gli uomini danno la precedenza alle donne nei mezzi e nei locali pubblici.
Quando le persone rispondono con cortesia e sollecitudine alle domande dell’ospite, usando la loro lingua; anche se amano profondamente la propria che è stata per secoli il loro collante contro le varie dominazioni che si sono succedute.
Forse per questo motivo il loro sguardo è serio, pensando al loro anelito di libertà e indipendenza soffocato per tanto tempo: il cantore di questi sentimenti, France Preseren, restò per sempre nel loro cuore.
Ma il sorriso torna a rischiarare i loro volti, pensando alle magie del loro architetto-principe, Joze Plecnik.
La brezza mediterranea profuma di mare e fiori ma in questo piccolo grande Paese soffia un’altra brezza, non meno importante, che nessun altro operatore turistico può offrire.
Ha un valore aggiunto che non si può configurare, asciuga il sudore della fatica quotidiana dalla fronte delle persone, porta leggerezza all’animo e calore al cuore.
E’ la gentilezza di un popolo intero: quello sloveno.

(per Giovanna)

Blu52

MessaggioInviato: 3 nov 2007, 9:40
da panini e focacce
Ven Nov 02, 2007
...la rimembranza...

Un giorno durante il quale nel mondo si compie il maggior numero di spostamenti.
E un attimo, un attimo solo, in cui si vorrebbe con tutte le nostre forze portare indietro le lancette del tempo.
Sentire le loro voci, vedere i loro volti.
Ma possiamo solo deporre un fiore sulla nuda terra, accarezzare il freddo marmo della lapide: inviare con la punta delle dita un bacio sulla loro effigie.
E, dal profondo dell’animo, sale un sentimento inesprimibile: fatto di nostalgia, malinconia e, a volte, anche rabbia e frustazione.
Torna la rimembranza…

Blu52

MessaggioInviato: 8 nov 2007, 21:55
da panini e focacce
Lun Nov 05, 2007
...Napoleon e Bella di Boskoop...

Nel secolo scorso ha rappresentato una delle mele di maggior reddito (è chiamata anche Carla o Cosenza gentile) ma, a partire dal 1965, è stata soppiantata dalla Golden Delicious, sua diretta concorrente nel segmento delle mele dolci.
Uno dei motivi per la quale la Napolèon è stata sostituita nel commercio dalla Golden è a causa della maggiore pezzatura media di quest’ultima: però la prima ha una grande resistenza alle avversità, oltre a possedere una polpa più tenera.
La seconda varietà è diffusa nel Nord Europa, originaria della cittadina olandese omonima che in italiano significa “bosco”, da qui il nome “Bella di bosco” con cui viene sovente nominata.
Nelle latitudini estreme, dove cresce la mela in Val di Non, questo frutto dà il meglio di sé. Ha un’alternanza produttiva: un anno la quantità è alta ma la qualità diminuisce e l’anno dopo viceversa.
Se ben conservata dura fino a maggio: altrimenti va soggetta a butteratura amara.
Sapore acidulo, pasta tenera. Alla raccolta ha il più alto peso specifico ma, a causa dell’evaporazione, soffre della maggior perdita di peso e volume.
blu52

MessaggioInviato: 13 nov 2007, 8:50
da panini e focacce
Mar Nov 13, 2007
...il mondo visto in due...

Sabato pomeriggio grigio nel capoluogo altoatesino.
L'Austria si è imbiancata, la neve supera il valico e arriva finoa Bressanone.
Il popolo dello shopping anima i portici: la pioggia è fredda, insistente, quasi cattiva.
Quanti ricordi: la colorita e rumorosa Piazza delle Erbe, la Chiesa dei Francescani vicino, poi il panificio e quella piccola, gloriosa Scuola di Ballo.
Grazia e bellezza fuse in una delle più belle e commoventi espressioni artistiche: la danza.
Questo grande e nobile albergo sente tutto il peso del suo secolo di vita: la cucina è velleitaria.
Ma è colpa mia: per stanchezza, per pigrizia ho disatteso la prima regola del Viaggiatore.
Il giorno dopo, come Annibale, cambio tutto: persone, scenario e sfondo.
La luce della campagna veneta, il colore struggente, intenso e delicato, degli ultimi fiori nel famoso triangolo dei vivaisti.
Ma allora perchè non riesco a sentire le vibrazioni solite: i colori, gli odori, i profumi?
Quel magico, struggente tramonto sullo sfondo dei colli asolani?
La cantilena piacevole del loro dialetto, la rapsodia dei gusti del pesce della Laguna?
Jola è via da qualche giorno e il mondo, come direbbe quel cantautore francese è grigio, il mondo è blu.
Oppure, più semplicemente, il mondo visto in due è più bello...

(Per Jola. Mi manchi mia adorata "skuns": come so che anch'io ti manco...)

Blu52

MessaggioInviato: 16 nov 2007, 16:02
da panini e focacce
Gio Nov 15, 2007
...quell'urlo pietrificato...

Mezzogiorno nella mia Valle.
La prima porta che dà accesso al posto caro all'ultimo politico che riconosco come tale.
La Valle di Sella.
De Gasperi: lui è nato in un paese vicino, abitato da persone belle e gentili.
Ma, disdegnando le sirene dell'Urbe, amava questa Valle.
E Lei.
Come qui: osteria con cucina.
Capite il messaggio?
Spero che arrivi fino alle falde del Vesuvio: ad Alberto.
Due frittate: al formaggio oppure alle cipolle.
Ma come Dio comanda: alte, soffici e saporite.
"Comme il faut" direbbero i nostri cugini d'oltralpe.
Accarezzo con lo sguardo la Signora: il marito è rapito.
Assente: come me.
Sta guardando Lei.
La nostra Cattedrale: entrambi abbiamo una devozione in comune.
A modo nostro, preghiamo.
E' una fede, una passione: una liturgia.
Il sole sfolgora su Cima Dodici: sentite quel canto alto, solenne?
E' un canto gregoriano all'aperto: quella piramide di pietra sta parlando al mondo.
A chi sa ascoltare: e osservare.
Incrociamo gli sguardi: è vero.
Il nostro amore: la nostra passione.
La montagna ci rende belli e felici: ricambia il nostro amore.
Ascoltate quel canto...

Blu52

MessaggioInviato: 21 nov 2007, 8:14
da panini e focacce
Mar Nov 20, 2007
... il valore delle parole...

La parola viene spesso usata, adoperata.
Strumentalizzata da varie categorie di persone.
E per molti scopi.
Ma, se viene dal cuore: al di fuori di ogni calcolo.
Vola più alto.
E provoca sensazioni, emozioni.
La gente si sente più partecipe.
Viva, bella: il mondo si riempie di suoni e colori.
Aiutate la poesia...

Blu52

MessaggioInviato: 22 nov 2007, 12:56
da panini e focacce
Mer Nov 21, 2007
...quei rintocchi...

Quando una vita si spegne, in un piccola paese sembra che tutto si fermi.
Subentra la tristezza: il profondo, intenso e struggente dispiacere dell'animo.
Si pensa alla nostrà fragilità: al nostro inutile dibattersi.
Come pesci che girano in tondo in un piccolo acquario.
Pena per la famiglia, per i bambini che cresceranno senza il padre.
Una profonda cicatrice per tutti.
Quei rintocchi ci scuotono nel profondo: ci fanno soffrire, gemere.
Un urlo silenzioso: personale e collettivo.
Una cicatrice che non si rimarginerà mai più.
Quei rintocchi...

Blu52

MessaggioInviato: 24 nov 2007, 10:07
da panini e focacce
Ven Nov 23, 2007
...racconta, amico mio...

La pioggia, continua e incessante, scivola sulle falde del mio cappello.
Accarezzo la sua corteccia: Ernesto osserva e sorride.
Lui, da sempre, fa il più bel mestiere del mondo.
Il Contadino.
Vi presento un mio amico, presente da sempre in un uno dei miei luoghi dell'anima: è un castagno centenario.
Non riesco ad abbracciarlo come vorrei.
Per dirgli: racconta, amico mio.
Notti stellate e gelide albe.
La magia dell'aurora: e i tramonti purpurei.
Vicino scorre il fiume sacro: all'orizzonte la tempesta di neve nasconde i primi contrafforti dei Monti Pallidi.
Racconta, amico mio: da dove incominciamo?
Dalla Lega di Cambrai che mise a ferro e fuoco la cittadina alleata alla Serenissima?
Incendi, ruberie: donne violate, chiese saccheggiate.
La follia umana.
I viandanti a cavallo, gli innamorati che si scambiavano il primo bacio.
Le generazioni scomparse: piccole gioie e grandi dolori.
Parlaci del fascino di Sissi: della rude spartanità di lui.
Della gelida determinazione del Maresciallo.
Della colonia di uccelli che in primavera assorda il cielo di inni gioiosi.
Dei grandi tenori e soprani: usignoli e allodole.
Del volo maestoso della regina del cielo: della picchiata terrificante del falco pellegrino.
Delle evoluzioni delle rondini: e lo sfondo estivo, bello e sonoro, dei grilli e delle cicale.
Il Piccolo Popolo ti adora: il tuo nome nel dialetto della gente del luogo risuona come una fucilata.
Balech!
Quante leggende, favole e racconti.
I tuoi frutti hanno sfamato tante persone: le tue fronde hanno dato ristoro a una moltitudine di viandanti.
Parlaci dell'incendio che voleva cancellarti: era durato tre giorni e tre notti.
Le mani mi inviano le tue vibrazioni piene di magia e mistero.
Sentimenti e emozioni.
Un patriarca, una cattedrale della natura: oppure, più semplicemente, un amico da sempre?
E per sempre?
Anche il mio compagno non sorride più, ormai: partecipa, si emoziona.
La vita, la sua essenza è qui: qui passano le vibrazioni del mondo.
Non fermarti, Balech: non abbandonarci, amico mio.
Parlaci ancora di te...

Blu52

MessaggioInviato: 28 nov 2007, 9:02
da panini e focacce
Mer Nov 28, 2007
...L'ottico è...

Un prestigiatore: applica abilmente, con la mano destra, sul naso del Cliente dei leggeri manufatti composti da vari , indefiniti materiali: plastica, vetro, leghe particolari.
Sono confezionati in vari posti e rifiniti in altri: non sappiamo dove e come, ma possiamo tentare di indovinarne il perché.
Poi, altrettanto abilmente, con quella sinistra sfila dalle tasche del malcapitato copiose quantità di altri manufatti.
Anche questi hanno varie fogge, misure e sono composti di variegati elementi: filigrana, metalli vari, leghe speciali.
Ma la preferenza va, naturalmente, alle banconote di forma più grande e colorata.
Un illusionista: cerca di far migliorare e correggere la visione ma, nel contempo, nasconde e confonde la prospettiva di altre.
Cosa ci rimane allora? Il piacere della compagnia di Cristina, la sua profonda professionalità coadiuvata dalle sue fascinose mamma e zia e appoggiata altresì dal papà, dall’enigmatica “W”.
La contemplazione di quella splendida pianta che abbellisce questa piazza: una “Sophora Japonica” che ha visto molte primavere (137 per i più curiosi).
Ecco che, come in questo caso, servono anche occhiali validi.

Feltre, Piazza Isola, lì 27 novembre: Anno Domini 2007

Blu52

MessaggioInviato: 1 dic 2007, 8:39
da panini e focacce
Sab Dic 01, 2007
...il sabato del villaggio...

Quando scendo da dove abito, passo davanti alla chiesa.
Il campanile sembra vegliare su di noi: il minuscolo negozio di alimentari di Clara è già aperto.
Il gallo canta al di là del fiume: arrivo nel mio ufficio e un'ombra scatta dalla siepe.
Nerino, il piccolo "chat noir", vuole la sua prima colazione.
Dicembre è la porta dell'inverno: lo zero termico è la sua serratura.
Il ritmo nei piccoli paesi rallenta, qualche Tir isolato passa sulla superstrada in lontananza.
Buon sabato a tutto il nostro villaggio virtuale.

Blu52

MessaggioInviato: 11 dic 2007, 13:18
da panini e focacce
Gio Dic 06, 2007
...il percorso dello spirito...

E' un sentiero lungo e tortuoso.
Bisogna esercitare varie cose: leggerezza, la capacità di donare senza attendersi nulla in cambio, saper ascoltare.
E poi: dare e ricevere conoscenza, umanità, sorrisi.
Rispetto per il mondo che ci ospita: per le persone, gli animali, le materie prime.
Il nostro primo dovere all'alba deve essere categorico: felici e sereni e tramettere questo.
Tante cose: statemi bene.

Blu52

MessaggioInviato: 11 dic 2007, 13:19
da panini e focacce
Ven Dic 07, 2007
...Mondomattone...

· L’architetto: è una persona che possiede alcune nozioni su un gran numero di argomenti e che a poco a poco possiede sempre meno nozioni su un maggior numero di argomenti fino q quando non sa praticamente niente a proposito di tutto;

· L’ingegnere: è una persona che ha molte nozioni su un numero limitato di argomenti e che a poco a poco possiede sempre più nozioni su un numero sempre minore di argomenti fino a quando sa praticamente tutto a proposito di niente;

· Il Costruttore: è una persona che sa tutto su tutti gli argomenti, ma stando a contatto con gli ingegneri e con gli architetti, con l’andare del tempo si riduce a non sapere più niente;

· I Geometri: per fortuna ci sono loro che, non sapendo niente fin dall’inizio, non si sono mai preoccupati di avere alcuna nozione su qualcosa.

Blu52