Oggi PierCarla vedendo delle mie foto mi ha chiesto questa ricetta:
PANE CASERECCIO nel loro libro: Pane e roba dolce.autori: Sorelle Simili. Riedizione 2006 pag 99
quando l'ho fatta l'ultima volta ho triplicato le dosi indicate.
la sera ho fatto una Biga ( nel libro è indicata come FONDO)* di:
150 gr di farina 0 forte
75 gr di acqua temperatura ambiente
6 gr lievito birra
Ho lavorato poco questo primo impasto e l'ho messo via dentro la madia in un contenitore di plastica.
DOMANDA per i MASTRI panificatori: che differenza c'è tra Biga e Fondo?.. da quel che ho capito io la biga è meno "lavorata".. ma urge info chiarificatrice... grazie
La mattina ho impastato per 20 minuti con l'impastatrice a spirale:
900 gr farina 0 media
30 gr lievito birra
Biga ( FONDO della sera prima)
390 gr acqua
45 gr strutto
45 gr olio
15 gr sale
come sempre ho aspettato che gli ingredienti fossero impastati per aggiungere il sale e solo una volta assorbito quest'ultimo ho messo le materie grasse un po' per volta.
L'impasto è risultato duretto ma compatto e uniforme.
Ho lasciato lievitate una mezz'ora nella scatola di plastica con coperchio poi ho diviso in tre l'impasto e ho iniziato a dare le forme.
ho seguito le istruzioni del libro e quindi, col matterello su spianatoia di legno senza aggiunta di farina, prima ho dato una forma tipo pizzetta, poi l'ho arrotolata e ridotta a filoncino, poi l'ho schiacciato trasformandolo in una lunga lingua che ho finalmente usato per fare le forme arrotolate.
Ho usato tre teglie.. hanno lievitato molto perchè poi ho scoperto che le pezzature dovevano essere molto più piccole: nel libro non davano nessuna indicazioni di peso...
nelle prime due ho messo due CROCETTE.. che poi sono risultate ... troppo grosse..
e nella terza ho provato a fare un CARCIOFO.. ma che io ho ribattezzato..RICCIO
Ho lasciato lievitare un'ora da quando ho finito di fare le forme, nelle teglie foderate di carta forno e coperte con foglio di nylon
Ho infornato una teglia per volta a 210°C per 10 minuti poi a 180°C altri 30 minuti come suggeriva il libro.
una MIA VARIANTE è stata di spruzzare i pani con uno spruzzino a acqua abbondantemente prima di infornarli.
Per chi volesse provare consiglierei quindi partendo da 300 gr di farina: dividere in pezzi e pesarli...altrimenti se fate come me...cercate di fare i "cornini " più lunghi e affusolati possibili...e se fate il gigantesco "Carciofo alla luvi"... vi divertirete sicuramente (anche se è del tutto diverso dalle forme tradizionali) a mangiarlo in compagnia, strappando a turno... i petali.
penso che riproverà fra un po'.. ma la difficoltà delle forme.. non è piccola...vedere fare quei movimenti dal vivo anche una sola volta.. fa la differenza..ma sono testona..e arriverà a forme accettabili...e poi non mi sono messa a cercare il pane romagnolo.. che non è questo .. ha le forme ( in dialetto un pezzo si chiama TIRA) così secche ma più mollicose .. e vien chiamato pane COMUNE o CONDITO ..chi di voi sa dirmi di più su questi ultimi due?
ecco le foto del mio "carciofo".. della serie: " il pane è anche fantasia"
questa pane ha invece ha una forma accettabile.. ma l'impasto era diverso.. elaborato da me...ma meno soddisfacente..
ora tocca a voi..