Come dare vita ad un lievito naturale liquido

In seguito all'interesse nato recentemente sul lievito liquido ho deciso di aprire questo thread per mostrare come far nascere un lievito da zero illustrando tutti gli stadi intermedi.
La procedura è semplicissima: si inizia con una quantità minima di farina (in questo caso 25 grammi), acqua, yogurth e un acidificante (in questo caso aceto di mele o balsamico), in modo da creare un ambiente acido ideale alla formazione dei lieviti e dei lattobacilli. Alcuni suggeriscono di partire con farina e succo d'ananas o di mela, ma non ho mai provato questo metodo.
Premetto che fare un lievito naturale con farina raffinata di grano tenero mi è sempre riuscito ostico: ci vuole il doppio del tempo che a farne uno con qualunque altra farina (ne ho fatti con: segale, grano duro, grano tenero integrale, riso e mais). Se avete della farina integrale di qualunque genere potete usarne metà dose fino alla nascita del lievito che avverrà sicuramente prima, o farlo tutto con quella farina. Particolarmente caro al mio cuore è quello di segale, il più semplice, di riuscita garantita e il più veloce in assoluto (anche particolarmente indicato per fare pani integrali, dal momento che inacidisce più degli altri).
Ho mischiato lo yogurth con poca acqua e con l'aceto, poi ho aggiunto la farina e ho mescolato incorporando aria (necessaria a prevenire la formazione dell'acido acetico) ottenendo un liquido denso, più dello yogurth ma non fino al punto da renderlo una pastella incordata.
Eccolo:

Nei giorni seguenti ho rinfrescato ogni 12 ore aggiungendo 20 gr di farina 0 e più o meno la stessa quantità d'acqua, in modo da mantenere la stessa consistenza, fino a quando il lievito ha mostrato segni di lievitazione stabile dopo ogni rinfresco e fino alla comparsa dell'odore acidulo.
Il giorno dopo apparentemente non c'è stata alcuna attività:

eppur s'è mosso:

Dopo un altro rinfresco e uno spostamento in un bicchiere da nutella:

dopo le canoniche 12 ore c'è stata la solita traccia di attività sotto forma di bollicine:

Ho deciso di dare una spinta sotto forma di altre 2 gocce di aceto balsamico e mezzo cucchiaino di yogurth.
Finalmente il quarto giorno qualcosa di cospicuo:

Da questo momento sono passato a rinfrescare con dosi un po' diverse per assicurare una maggior percentuale di ricambio della farina: 40 gr di lievito, 40 gr di acqua e 40 gr di farina.
Missione compiuta già al sesto giorno: l'odore è acidulo. Il lievito può essere tenuto in frigo e rinfrescato in due possibili modi: almeno una volta ogni 15 giorni con la solita dose 40+40+40 oppure seguendo un metodo che mi è stato suggerito da una cookina (kiki100) che chiamo "metodo kiki": quando serve una certa quantità di poolish basta aggiungere al lievito l'acqua e la farina necessarie al poolish, aspettare che cresca fino al punto giusto (tutto il volume del lievito deve essere uniformemente pieno di bollicine), quindi estrarre il poolish e rimettere il resto in frigo come nuovo lievito madre. In questo modo non c'è il minimo spreco di farina.
La procedura è semplicissima: si inizia con una quantità minima di farina (in questo caso 25 grammi), acqua, yogurth e un acidificante (in questo caso aceto di mele o balsamico), in modo da creare un ambiente acido ideale alla formazione dei lieviti e dei lattobacilli. Alcuni suggeriscono di partire con farina e succo d'ananas o di mela, ma non ho mai provato questo metodo.
Premetto che fare un lievito naturale con farina raffinata di grano tenero mi è sempre riuscito ostico: ci vuole il doppio del tempo che a farne uno con qualunque altra farina (ne ho fatti con: segale, grano duro, grano tenero integrale, riso e mais). Se avete della farina integrale di qualunque genere potete usarne metà dose fino alla nascita del lievito che avverrà sicuramente prima, o farlo tutto con quella farina. Particolarmente caro al mio cuore è quello di segale, il più semplice, di riuscita garantita e il più veloce in assoluto (anche particolarmente indicato per fare pani integrali, dal momento che inacidisce più degli altri).
Ho mischiato lo yogurth con poca acqua e con l'aceto, poi ho aggiunto la farina e ho mescolato incorporando aria (necessaria a prevenire la formazione dell'acido acetico) ottenendo un liquido denso, più dello yogurth ma non fino al punto da renderlo una pastella incordata.
Eccolo:

Nei giorni seguenti ho rinfrescato ogni 12 ore aggiungendo 20 gr di farina 0 e più o meno la stessa quantità d'acqua, in modo da mantenere la stessa consistenza, fino a quando il lievito ha mostrato segni di lievitazione stabile dopo ogni rinfresco e fino alla comparsa dell'odore acidulo.
Il giorno dopo apparentemente non c'è stata alcuna attività:

eppur s'è mosso:

Dopo un altro rinfresco e uno spostamento in un bicchiere da nutella:

dopo le canoniche 12 ore c'è stata la solita traccia di attività sotto forma di bollicine:

Ho deciso di dare una spinta sotto forma di altre 2 gocce di aceto balsamico e mezzo cucchiaino di yogurth.
Finalmente il quarto giorno qualcosa di cospicuo:

Da questo momento sono passato a rinfrescare con dosi un po' diverse per assicurare una maggior percentuale di ricambio della farina: 40 gr di lievito, 40 gr di acqua e 40 gr di farina.
Missione compiuta già al sesto giorno: l'odore è acidulo. Il lievito può essere tenuto in frigo e rinfrescato in due possibili modi: almeno una volta ogni 15 giorni con la solita dose 40+40+40 oppure seguendo un metodo che mi è stato suggerito da una cookina (kiki100) che chiamo "metodo kiki": quando serve una certa quantità di poolish basta aggiungere al lievito l'acqua e la farina necessarie al poolish, aspettare che cresca fino al punto giusto (tutto il volume del lievito deve essere uniformemente pieno di bollicine), quindi estrarre il poolish e rimettere il resto in frigo come nuovo lievito madre. In questo modo non c'è il minimo spreco di farina.