da panini e focacce » 5 lug 2007, 6:31
Gio Lug 05, 2007
...il suono divino e il trillo del diavolo...
Uto Ughi ama il mare di un amore intenso, profondo, direi quasi viscerale: quando ha un po’ di tempo libero dai suoi numerosi impegni si ritira in costiere isolate dove percepisce il suo profondo respiro. Per i suoi concerti il famoso violinista usa uno dei più bei “Guarneri” esistenti al mondo: un “Guarneri del Gesù” del 1744 che sprigiona un suono che affascina sempre il pubblico.
Ma quando è solo in riva al mare, allora usa il suo adorato “Kreutzer”, uno Stradivari del 1701 appartenente al famoso violinista cui Beethoven dedicò la famosa “Sonata per violino e pianoforte”: la difficoltà di questo pezzo musicale è tale che lo stesso violinista non volle mai eseguirla in pubblico, atto di coraggio e umiltà assieme. Questa sonata contrappone i due strumenti in una sfida quasi epica, scatena le emozioni più sublimi e anche gli istinti più bassi tanto che il grande scrittore Lev Tolstoj ne era sempre profondamente emozionato fin nell’intimo; così le dedicò uno scritto intitolato “Krejcerova sonata”.
Il suono di uno “Stradivarius”: il suono di dio degli strumenti di Stradivari, il grande liutaio. Capiva il legno come pochi e nessuno raggiunse la sua arte eccelsa nel costruire i violini.
Il diavolo ai piedi del letto suggerì al compositore Tartini, avviato alla carriera ecclesiastica, quella famosa Sonata che poi egli pentagrammò: il Trillo del Diavolo.
Il violino è un grande mondo dove si intrecciano emozioni, arcane sensazioni e che porta l’umanità in spazi, tempi, dimensioni e atmosfere di ogni genere.
Chi suona il violino è baciato dal Signore: ma poi ci sono loro, i costruttori di strumenti musicali, i liutai. Il loro è un grande, benefico compito: senza la musica il mondo, le persone, i fiori, le donne sembravo rattristarsi, ritirarsi. La musica dà carica, sollievo, felicità.
In Luca Primon di Trento la scintilla scattò vedendo il nonno, falegname e ebanista, riparare i violini alla sera, stanco dopo il lavoro giornaliero. Gli anni degli studi a Parma, riparare i violini dei compagni per pagarsi lo studio, i primi inizi stentati in un piccolo appartamento di Via Suffragio , la commozione che affiora ancor oggi ricordando quando il suo maestro gli pagò la riparazione maggiorata dello strumento per aiutarlo.
E poi Milano: la città della Madonnina accoglie sempre chi ha voglia di fare, di creare. E Luca l’aveva: adesso è cercato da tutti, anche dai più lontani atolli. Creare un violino: scegliere legno in piedi in foreste leggendarie come quella di Paneveggio, stagionarlo, plasmare la forma e tante, tante altre cose.
Diciamo quattrocento ore per poi avere il piacere di sentire il suono divino di questo strumento.
Perché queste poche, scarne righe per lui?
E’ vero, lo riconosco di avergli lasciato poco spazio: ma, in fondo, la sua pagina di vita musicale è ancora aperta.
Ci sono giorni in cui vi sentite stanchi, frustati, sfiduciati, soli? In un mondo che sembra ormai diventato un immenso contenitore di spazzatura maleodorante, di traffico convulso, di rumori molesti e di immagini vuote e prive di alcun significato?
Venite con me, datemi la mano, a quest’ora gli scogli sono infidi: aspettiamo che le luci di quella villa si spengano ad una ad una e alla fine solo una finestra resterà accesa: quella di Uto.
Adesso esce, il vecchio legno centenario del “Kreutzer” sfida il salso: vicino ha le anime del vecchio compositore e di quel Titano che rinnovò la musica per sempre: Ludwig Van Beethoven. Più lontano, seduto su uno scoglio, anche un’altra grande personalità ascolta rapita la musica del suo violino preferito: Lev Tolstoj. La magia di questo strumento viene dal passato, fa gioire nel presente e già si proietta verso il futuro.
Il vento marino ci porta quel filo di musica, un frammento della Creazione. Non siamo più soli, non sentiamo più la tristezza o la stanchezza.
Non siamo più soli fino a che ci sarà una persona che costruisce i violini, non siamo più stanchi fino a che qualcuno suonerà. Non saremo mai più infelici fino a che sentiremo il violino suonare, lo porteremo nel nostro cuore e lasceremo crescere questa emozione nella nostra anima.
Buon ascolto…
(Per Francesca e per quella terra incantata che è il Passo Cereda e dintorni, per Luca e per Gianni, il mio "skipper" del cuore e per tutti quelli che amano la musica in generale e il violino in particolare)
(…dalla vecchia cornucopia…)
Blu52