da panini e focacce » 18 mar 2011, 16:34
L'estate sta finendo
9 settembre 2010
San Michele all’Adige e Grumo: gli antichi baluardi a guardia della millenaria “Via Claudia Augusta”.
Nel primo l’Istituto Agrario di San Michele rappresenta il futuro del Trentino. Poco distante “Il museo degli usi e costumi” ci ricorda il suo passato.
Grumo, invece, è un piccolo spaccato del nostro presente un po’ grigio e malinconico. Un flusso di auto provenienti dalla vicina autostrada e, sullo sfondo, file di anonime casette a schiera che nascondono l’antico paese.
Il nostro amico sta arrivando. Ci vediamo di rado: ma è un piacere che si rinnova. Abita in una bella collina nella media Val di Non e conduce un’azienda agricola che risale all’800.
Salorno segna il confine invisibile fra due etnie, culture e lingue diverse. Il Trentino sfuma e incomincia l’Alto Adige.
Egna: la piccola capitale della Bassa Atesina . Un centro storico suggestivo: in fondo ai suoi portici c’è un piccolo ma rinomato ristorante.
Ora: ricordo una macelleria storica con annesso negozio e panificio. Pane e speck: due capisaldi della cucina altoatesina.
Risaliamo verso l’Altopiano di Mazzon. A Trodena il nome del ristorante evoca un’attività molto antica: il mulino ad acqua. Cucina tradizionale di montagna arricchita da un pizzico di estro e creatività.
Un cammeo: il verde intenso dell’erba di un piccolo prato , il bianco delle sedie, il marrone del legno.
Ritorniamo. A destra si nota qualche striscia di vigneto visitato dalla grandine. A sinistra il fondovalle con sullo sfondo il più grande lago naturale del Sudtirol: quello di Caldano dalle rive ricoperte da canneti.
Mazzon. Alle porte dell’azienda vinicola, relativamente recente ma già rinomata, ci accoglie un sospettoso Lagotto. Visita alle cantine, degustazioni. Tre vini: Pinot Nero, Lagrein, Schiava. Tre generazioni: la terza è rappresentata dal sorriso luminoso di una ragazza, appassionata vignaiola ed enologa. Con un “guru” della zona ha scritto un libro dal suggestivo titolo: le colline del Pinot Nero. Il papà sovrintende: il capostipite incanta. Sfiora il secolo di vita ma i suoi valori sono sempiterni. La passione per il lavoro: l’amore per la famiglia. Quando parla della sua cara consorte scomparsa il ciglio si inumidisce, la voce trema. L’ha adorata in vita, la onora giornalmente nella morte.
Il Pinot Nero è un vino tanto affascinante quanto difficile. Questo altopiano in discesa rappresenta il suo territorio vocato. Per tanti motivi: l’esposizione ad ovest per esempio. E poi, al pomeriggio, l’arrivo del vento atteso con spasimo dalle schiere di surfisti a Torbole: l’”Ora”. E tanti altri ingredienti che si chiamano sacrificio, passione, applicazione.
Usciamo: le antiche case ristrutturate, le strade lastricate con la roccia delle nostre montagne: il porfido. La natura che ci circonda: è il “Genius Loci”.
L’imbrunire mi ricorda una vecchia canzone di un duo musicale, scherzosa ma venata da un filo di malinconia.
Cantava il tempo che passa, le stagioni che si susseguono.
L’estate sta finendo…
(San Michele all’Adige, 5 settembre 2010)