da panini e focacce » 18 mar 2011, 16:04
Nostalgia canaglia
01 giugno 2009
A tutti quelli che ci sono stati.
Noi, che le nostre mamme mica ci hanno visti con l’ecografia.
Noi, che la scuola durava fino alla mezza e poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con papà).
Noi, che eravamo tutti buoni compagni di classe; ma se c’era qualche bullo ci pensava il maestro a sistemarlo sul serio.
Noi, che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, mamma a casa te ne dava due.
Noi, che quando a scuola c’era l’ora di ginnastica partivamo da casa in tuta, tutti felici.
Noi, che la gita annuale era un evento speciale e nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo sempre sorridenti.
Noi, che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su internet.
Noi, che la vita di quartiere era piacevole e serena.
Noi, che andare al mare sui sedili posteriori della 850 di papà o nella 1100 di nonno era una passeggiata speciale e serbiamo ancora il ricordo di un bagno pulito a Rimini o Fregene.
Noi, che alla domenica andavamo sempre al ristorante, perché ogni papà poteva permetterselo , oppure i nonni ci portavano le pastarelle.
Noi, che facevamo quattro mesi di vacanza al mare, da giugno a settembre.
Noi, che non avevamo videogiochi, né registratori né computers. Ma avevamo tanti amici lo stesso.
Noi, che per cambiare canale alla TV dovevamo alzarci e i canali erano solo due.
Noi, che andavamo a letto dopo Carosello.
Noi, che sapevamo che era pronta la cena perché c’era Happy Days e Fonzie.
Noi, che guardavamo allucinati il futuro con “Spazio 1999”.
Noi, che se la notte ti svegliavi e accendevi la TV vedevi solo il monoscopio Rai con le nuvole o le pecorelle di interruzione delle trasmissioni.
Noi, che ci sentivamo ricchi se avevamo “Parco della Vittoria” o “Villa dei Giardini”.
Noi, che i pattini avevano quattro ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
Noi, che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più fico e che se anche andavi in strada non era così pericoloso.
Noi, che dopo la prima partita c’era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.
Noi, che avevamo il “nascondiglio segreto” con il “passaggio segreto”.
Noi che giocavamo a nomi-cose-animali-città.
Noi, che ci divertivamo anche facendo strega-comanda-colori.
Noi, che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l’album Panini (ce l’ho, ce l’ho, ce l’ho, mi manca!).
Noi, che suonavamo al campanello per chiedere se c’era l’amico in casa; ma a quelli degli altri suonavamo e poi scappavamo.
Noi, che comperavamo dal fornaio pizza bianca e mortadella per cento lire (=€ 0,050) e non andavamo dal dietologo per problemi di soprappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare.
Noi, che bevevamo acqua dal tubo del giardino, non dalla bottiglia PET della minerale e un gelato costava 50 lire (=€ 0,025).
Noi, che le cassette se le mangiava il mangianastri e ci toccava riavvolgere il nastro con la Bic.
Noi, che sentivamo la musica nei mangiadischi sui 45 vinile (non nell’Ipod) e adesso se ne vedi uno in un negozio di modernariato tuo figlio ti chiede cos’è.
Noi, che al cinema usciva un cartone animato ogni 10 anni e vedevi sempre gli stessi tre o quattro e solo Disney.
Noi, che non avevamo cellulari (c’erano le cabine Sip per telefonare) e nessuno poteva rintracciarci, ma tanto eravamo sicuri anche ai giardinetti.
Noi, che giocavamo a pallone in mezzo alla strada con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto.
Noi, che trascorrevamo ore a costruire carretti per lanciarci poi senza freni, finendo inevitabilmente in fossi e cespugli.
Noi, che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il mercurocromo, e più era rosso più eri fico.
Noi, che giocavamo con sassi e legni, palline e carte.
Noi, che le barzellette erano Pierino, il fantasma formaggino o c’è un francese-un tedesco-un italiano.
Noi, che c’era la Polaroid e aspettavi che si vedessero le foto.
Noi, che la Barbie aveva le gambe rigide.
Noi, che il 1° novembre era Ognissanti, mica Halloween.
Noi, che l’unica merendina era il Buondì Motta e mangiavamo subito i chicchi di zucchero sopra la glassa.
Noi, che il Raider faceva concorrenza al Mars.
Noi, che a scuola le caramelle costavano 5 lire.
Noi, che si suonava la pianola Bontempi.
Noi, che la Ferrari era Lauda e Alboreto, la McLaren Prost, la Williams Mansell, la Lotus Senna e Piquet e la Benetton Nannini: e, meraviglia, la Tyrrel a sei ruote!
Noi, che la penitenza era “dire-fare-baciare-lettera-testamento”.
Noi, che ci emozionavamo per un bacio sulla guancia.
Noi, che il Ciao e il Boxer si accendevano pedalando.
Noi, che nei mercatini dell’antiquariato troviamo i giocattoli di quando eravamo piccoli e diciamo: “guarda te lo ricordi?”. E poi ci sentiamo un nodo in gola.
Noi, che siamo ancora qui e certe cose le abbiamo dimenticate e sorridiamo quando ce le ricordiamo.
Noi, che vivevamo negli anni di piombo, in mezzo ad inaudita violenza per le lotte sociali di classe.
Noi, che votavamo per i partiti della Prima Repubblica: MSI, DC, PRI, PLI, PSI, PCI. E non per 70 diversi gruppi dai nomi fantasiosi.
Noi, che trovammo lavoro tutti e subito. E ci sposammo presto.
Noi, che siamo stati tutte queste cose e tanto altro ancora.
Questa è la nostra storia. Se appartieni a questa generazione, invia questo messaggio ai tuoi amici e conoscenti perché ricordino o sappiano com’era bella la nostra vita, prima…