da panini e focacce » 8 lug 2008, 20:19
Per la Signora dei Giornali
Messaggiodi blu52 il dom mag 04, 2008 6:50 pm
Gentile Signora,
quella sua frase accorata mi ha colpito e, lo confesso, rattristato: “mia figlia non ha mai scritto una poesia in vita sua”.
Non si deve pensare alla poesia come a una cosa astrusa o, peggio, inutile.
Se la musica è nell’aria, la poesia compenetra tutto: il sorriso di un bambino, lo sguardo di un cucciolo, un raggio di sole, l’eruzione di un vulcano.
Nell’immaginario collettivo il poeta è una persona svampita che fatica a guadagnarsi da vivere.
Niente di più falso.
I Poeti hanno fondato civiltà, creato stati, distrutto dittature.
Pericle per più di due generazioni ha esercitato la democrazia nella sua essenza più pura, vera e diretta.
Governando una città dalla terrificante bellezza com’era Atene in quel periodo: il centro del mondo allora conosciuto.
Giulio Cesare cavalcava e combatteva in Gallia tutto il giorno: foreste sconosciute, guerrieri temibili. Ma dopo un ulteriore controllo di guardia: quando finivano gli ultimi nitriti di cavalli o abbaiare di cani; allora entrava nella sua tenda, ravvivava il braciere.
Abbandonava la spada per prendere la penna: e lasciarci in eredità scritti immortali.
Scrivere è, deve essere, una cosa normale.
Bella: come fare musica.
Ti rallegra lo spirito, ti rincuora: ti unisce alle altre umanità e coscienze.
Ho avuto, ho, giornate piene e pesanti: prima nel mondo del credito e poi in quello dell’edilizia.
Ma qualche minuto al giorno l’ho sempre trovato: anche quando avevo un problema di salute e stavo in clinica qualche anno fa.
Un sonetto all’infermiera di guardia che pensava alla sua Perugia: uno scritto, sfumato e poetico, per mettere in guardia il direttore sanitario da una progressione discendente che stava avvenendo nell’ istituzione che dirigeva.
Entrambi, in seguito, mi sono stati riconoscenti.
E poi le Amiche e gli Amici di un Forum di Cucina, le persone che incontro nella vita giornaliera: quelle che, purtroppo, sono scomparse ma che mi hanno lasciato insegnamenti di vita preziosi.
Ai loro cari ho dedicato delicati e struggenti scritti per perpetuarne il ricordo.
La poesia, cara Signora, ha una energia inesprimibile: lei lo sa, lo ha capito da tempo.
Sennò non avrebbe avuto quel delicato e un po’ malinconico pensiero per sua figlia.
Essa trae forza dal passato, vive il presente: e si proietta nel futuro.
Uno stato, una metropoli, una catena montuosa, la Signora di un vecchio caffè, una birra.
Non importa, basta osservare, ispirarsi, scrivere.
Perché chi descrive il mondo, lo possiede.
Gli strumenti moderni vanno bene per connettersi.
Ma comunicare veramente: emozionarsi e creare emozioni è diverso.
E’ un percorso vitale, essenziale: per noi stessi, per i cari che ci circondano.
Per le persone che incontreremo nella vita.
Il sorriso, il pianto, il dolore, la gioia: la pioggia, la neve, il vento.
Tutto ci riconduce a lei: alla poesia.
Un caro saluto a Lei e un augurio sincero a sua figlia.
Che un domani possa sentire il desiderio di scrivere una frase, una qualunque.
Per la persona amata: per qualsiasi altra che l’abbia colpita.
Vedrà ravvivarsi i colori: mentre i profumi diventeranno più intensi.
Vivrà...
(Gli scritti allegati parlano di : Polonia, Londra, la catena montuosa del Lagorai, il Caffè “da Zita” a Borgo Valsugana, la birra Lambic del distretto del Payottenland in Belgio.
Buona lettura!)