da anavlis » 18 lug 2019, 10:43
Purtroppo Camilleri è poco conosciuto come scrittore di romanzi storici (quelli che amo di più).
Viene raccontato bene in quest'articolo del Sole 24 ore:
" era uno dei pochi intellettuali che diceva le cose che sentiva, senza infingimenti, né addolcimenti. Schierato ma onesto: aveva la saggezza di guardare le cose dall'alto e la possibilità di permettersi di essere chiaro.
Infine il romanzo storico, forse quello nel quale era riuscito, dal punto di vista della scrittura, meglio. Capolavori come «Il birraio di Preston» o «Il re di Girgenti» (che lui considerava la sua vetta letteraria) avrebbero assicurato fama e rispetto critico a qualsiasi autore; per lui erano la punta di un iceberg in un'opera che è confrontabile solo a quella di Simenon o, per altri versi, a quella di Graham Greene.L'opera di Camilleri è la risposta univoca all'eterna domanda: è possibile unire la popolarità, il successo, la fama alla qualità letteraria? In quaranta anni di carriera editoriale (dopo una vita trascorsa tra il teatro e la tv), non si può che dire sì. Certamente. Nessuno è in grado di dare la ricetta, ma, nel suo caso, aveva trovato la pietra filosofale.
Per paradosso, la qualità letteraria di Camilleri, è addirittura passata in secondo piano da quando il successo lo ha travolto. Della sua felicità di scrittura si sono resi conto milioni di lettori, della qualità della sua prosa e della sua sapiente invenzione di una lingua resta testimonianza nei suoi libri. Il regalo che ha fatto Camilleri agli italiani è la sua opera, destinata ad accompagnarci ora per molto tempo e ad essere un punto di riferimento della letteratura italiana del secondo Novecento, anche all'estero, insieme a quella di Italo Calvino e Umberto Eco."
silvana
L’ironia è una dichiarazione di dignità, un’affermazione della superiorità dell’uomo su ciò che gli capita. (Romain Gary)