Clara ha scritto:Ma c'è la possibilità di avere una ricetta con il lievito di birra per favore? Vi prego
Non c'è bisogno che preghi. Almeno io non mi faccio pregare
Prendi una qualsiasi ricetta, ometti la pasta madre e usa lievito di birra attenendoti alle seguenti indicazioni di massima:
- - per impasti non grassi o con pochissimi grassi aggiunti la dose di lievito di birra è dell 1‰ (0.1%) rispetto al peso della farina (cioè 1 grammo per chilo) in piena estate (30 °C e oltre), da aumentare sino a dieci volte in rapporto inversamente proporzionale alla temperatura ambiente; tenendo presente che 10 grammi per chilo si usano per le lievitazioni ‒ ho detto lievitazioni, non semplicemente maturazioni ‒ in frigo a >4<7 °C (vedi ricette di Adriano), direi che l'incremento è inferiore a 2.5 grammi per ogni 5 °C di temperatura in meno;
- - per impasti molto grassi e/o molto zuccherini la dose di lievito di birra è dello 0.5÷1% rispetto al peso della farina (5-10 grammi per chilo), sempre a seconda della temperatura ambiente.
Le quantità sono riferite al lievito di birra fresco in panetto pressato. Se usi lievito di birra liofilizzato, tieni presente che quello in granelli distinguibili (sulle cui confezioni è generalmente scritto che va riattivato con acqua e zucchero) vale 2 volte il fresco, dunque devi fare diviso 2, mentre quello in granuli più fini, tipo polvere (tipo Mastro fornaio) vale oltre 3 volte, dunque dividere per 3.3 o 3.5 (io normalmente divido per 3, attrimenti esco pazzo, e poi arrotondo i decimali periodici per difetto).
Utilizzando le quantità di lievito di birra di cui sopra non c'è pericolo di sentire il sapore o l'odore del lievito, non si percepisce la sensazione di sete e i lievitati si digeriscono benissimo anche di notte, dormendo sonni tranquilli. Bisogna solo avere l'accorgimento di usare farine della giusta forza, perché pare che il lievito madre abbia la capacità di rinforzare la maglia glutinica (mi hanno spiegato che in realtà questo sarebbe un effetto secondario del rallentamento dell'attività amilasica dovuto alla maggiore acidità, ma francamente non ne so molto), dunque di far reggere anche farine più deboli per tempi più lunghi (d'altronde il pane toscano si fa con farine W 200 ed è pure senza sale). Usando farine più deboli (W <200, tenendo presente che sotto i 150 è meglio impiegarle per altri usi) bisogna ridurre drasticamente i tempi di lievitazione e aumentare conseguentemente il lievito (con 6 grammi per chilo a 20 °C in 3-4 ore ce la si fa e l'aroma del lievito è appena percettibile), altrimenti, anche se l'impasto non inacidisce prima di due-tre giorni (specie se la farina è molto raffinata), la maglia glutinica cede malamente.